Livio De Simone

Il campo del design è stato sperimentato da Livio De Simone anticipando notevolmente un “trend” tanto diffuso tra le case di moda contemporanee, italiane e straniere, che oggi l’erede della maison Benedetta De Simone ha rilanciato grazie alla collaborazione di designer e architetti. Così dal 2008 si è ripartiti dall’immenso archivio di disegni della maison per spingersi nel mondo dell’interior design con la collaborazione dell’architetto Giuliano Dell’Uva.
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Interior design for Livio De Simone was a test that was ahead of its time, with many fashion houses following suit. Benedetta De Simone, heir to the house, has injected new life into the collections in recent years and since 2008, thanks to the help of architects such as Giuliano Dell’Uva.

Client: Livio De Simone

Tutti i colori possibili

“Sono un pittore, non un sarto”, diceva Livio De Simone, e così, ignorando le logiche dello stilismo e della produzione industriale, portava con coerenza il proprio “genio pittorico” sul tessuto, sui colori, sulle irregolarità dei tratti, eludendo i vincoli della complessità del taglio sartoriale. Usava spazzole, spugne e pennelli per creare tessuti indossabili, sui quali veniva resa, con “tutti i colori possibili”, la tradizione iconica mediterranea. Molto presto il suo genio creativo lo portò oltre il settore della moda, per confrontarsi con il design d’arredo nella collezione “LIVIO DE SIMONE Interior Decoration”. La nuova linea debuttò nei primi anni ’60 in un’esposizione a New York con una varietà infinita di tessuti per l’arredamento che spaziavano dalle stoffe per i tendaggi ai cuscini, fino ai tessuti per la tappezzeria: “Collaborando con l’architetto posso ingrandire e diminuire un disegno, scurire o schiarire un colore, continuare a dimostrare il mio spirito di affabilità decorativa”.


“I am a painter, I am not a tailor” is how Livio De Simone likes to describe himself ignoring the logic of style and industrial production and bringing his pictorial genius to fabrics, texture, colour eluding the principles of tailoring. He would use brushes, and paint brushes to create wearable clothes which would show the Iconic Mediterranean tradition through the most colours possible. His creative genius brought him well beyond fashion and into the realm of interior design with the collection “LIVIO DE SIMONE Interior Decoration”. The line debuted in the early 60s on the occasion of an exhibition in New York with a variety of fabrics that ranged from fabrics for curtains, cushions and tapestry: “By collaborating with the architect I have the possibility to make a design bigger or smaller, make a color lighter or darker and to continue to show my warm and decorative spirit”.

Il poliedrico designer passò così dalla decorazione di tessuti per l’abbigliamento a quelli per l’arredamento, apparendo agli occhi dei giornalisti dell’epoca come un vero e proprio “ciclone” pronto a cogliere le nuove occasioni. In un articolo, infatti, si racconta un aneddoto che spiega la nascita di LIVIO DE SIMONE I.D.: il direttore di un grande magazzino di Melbourne in Australia, nel chiedere allo stilista di fornirgli i nominativi di un arredatore e di un designer per mobili e porcellane, con meraviglia vide candidarsi Livio stesso per questi compiti.


The multifaceted designer went from decorating fabrics destined to clothes to working on fabrics for interior design thus appearing as a real eclectic innovator to the specialized press of the time. LIVIO DE SIMONE himself suggested his name when an important interior design chain general manager in Melbourne, Australia, asked him whom he should consider hiring for his stores.